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18 Mag

Maschi contro femmine…e non è il film con Paola Cortellesi

enrica alessi storie di ordinaria follia

enrica alessi storie di ordinaria follia

 

 

 

V

ivere con una donna non è facile, figuriamoci con tre: Giaco ne sa qualcosa.
Ma ventiquattro anni fa, mica immaginava che sarebbe finita così.
Tutto era cominciato nel 1995, in quella discoteca dove Ligabue, qualche tempo dopo, ci avrebbe girato uno dei suoi film, ci eravamo conosciuti lì. La sera stessa in cui un’amica me lo presentò, mi chiese di sposarlo.
Non credo che fosse nel pieno delle sue facoltà mentali, ma quella proposta che allora non presi sul serio, sette anni dopo diventò concreta: davanti a un cassonetto. — Giaco non è convenzionale.
Ancora non sapeva in che razza di guaio si stava cacciando. Venne a vivere con me, mi portò all’altare e mi giurò amore eterno. Lo avevo incastrato, ma non pensavo a diventare mamma; Tobia, il nostro cane, era a tutti gli effetti un figlio: il figlio perfetto. Non aveva il pannolino, di notte dormiva, in casa non sporcava ed era adorabile. Era il nostro bambino.
Poi arrivò Donna Sissi. Una gattina nera che avevano regalato a mia madre, venne stare da noi per un periodo, mentre i miei genitori erano in vacanza. Chiozza era il suo parco giochi: prati verdi, zone d’ombra, un piccolo corso d’acqua e una riserva di lucertole e insetti di varie dimensioni. Ma era la caccia grossa a entusiasmarla più di tutto: fagiani, lepri e anatre avevano risvegliato il suo istinto felino. E a questi piacevoli diversivi si aggiunse il suo grande amore per Tobia e non volle più tornare a casa, rimase con noi.
Eravamo due maschi e due femmine: un equilibrio perfetto. Ma dopo qualche anno, così per caso, cambiai idea sulla maternità. Pensai che il periodo di collaudo era finito: mi sentivo pronta a fare sul serio e nel 2005, Giaco diventò papà di Emma.
Bellissima, vivace, peccato che ci facesse dormire due ore per notte: fu dura.
E seppure le innumerevoli avversità, spesso ci portassero a chiederci ‘chi ce l’ha fatto fare?’, diventare genitori aveva cambiato la nostra vita in meglio, tanto da spingerci a un atto eroico: procreare di nuovo.
Carola nacque nel 2008.
Era un po’ giallina, piccola, dolcissima e non faceva altro che dormire. Contro ogni aspettativa, avere due bambine fu meno dura del previsto. Mi sentivo più esperta, rendevo partecipe Emma di ogni piccola decisione e lei si prodigava aiutandomi a fare la mamma. Fu un periodo meraviglioso.
Le mie figlie mi facevano sentire una donna realizzata, di fatto, però, stavamo a quattro contro due. A Giaco era rimasto un solo alleato: il cane maschio.
Ma ancora oggi, che Tobia non c’è più, ha trovato il modo di farsi rispettare, nonostante i nostri cambiamenti ormonali continuino a dargli filo da torcere.

Gli anni passarono, le bimbe crebbero
e i miei atteggiamenti e il mio approccio con gli altri cambiarono, ero più decisa, più determinata. Credo fu quello il momento in cui i sogni iniziarono a farsi sentire.
Avevo raggiunto la consapevolezza che la presenza delle bimbe nella mia vita non fosse un limite, ma una grande opportunità. Decisi che avrei scritto un libro per raccontare di loro, della mia vita da neo mamma e avrei aggiunto numerose considerazioni in merito all’argomento. Avrei scritto un romanzo dedicato all’universo femminile. E grazie a quella complicità tra donne, il sogno cominciò a prendere forma.
Oggi, che il mio libro sta per uscire, Giaco è ancora in minoranza. Ma si è fatto un nuovo amico Boy, il nostro cane, che ha addestrato ad abbaiare ogni volta che entriamo in un negozio di vestiti.

 

Illustrazione: Valeria Terranova