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10 Mag

La dolce vita… e non è il film con Marcello Mastroianni

enrica alessi storie di ordinaria follia

 

enrica alessi storie di ordinaria follia

 

 

 

S

e a volte mi sento Melissa?
Spesso, specie quando si parla di Jerôme.
Due giorni fa, mentre do un’occhiata su Instagram, mi imbatto sulle sue stories e vedo che è a Roma.
È a quattro ore da qui, potrei prendere il treno, correre da lui, conoscerlo, abbracciarlo. Mi sembra quasi di vederla la scena dell’incontro: assomiglia a quella del sogno di Melissa, ma cautamente, per evitare che Joe le Taxi mi investa, la mia mente preferisce sfruttare Piazza di Spagna.
Supero la Barcaccia, guardo in alto: lo vedo scendere da Trinità dei Monti e mi raggiunge a metà scalinata come Gregory Peck con Audrey Hepburn in Vacanze Romane — ma io non mangio il gelato.
Indosso la mia Lady Dior ricamata a mano, l’equivalente economico di un rene di mio marito — che ho comprato soltanto perché Jerôme mi ha scritto che sarebbe stata la borsa che avrebbe indossato all’ipotetico party di Cassandra — insieme a una tuta nera in maglia di Brunello Cucinelli, sandali infradito comprati a Positano l’estate scorsa e occhiali da sole da combattimento. Chiamo così i miei occhiali neri di Tom Ford, quelli che in foto mi fanno sembrare una stragnocca anche se sono sbattuta: se dovessi fare una foto con lui, devo sembrare una stragnocca.
Lui ha un paio di jeans chiari, un mocassino nero abbinato a un calzino bianco, ma la borsa non rispetta il copione iniziale, è un marsupio nero a forma di Saddle: anche questa mi manca, dannazione. La T-shirt, invece, è come dovrebbe essere: bianca con su scritto « something good is coming ».
Okay: tutto questo potrebbe diventare realtà, ho anche già deciso cosa mettermi, devo solo contattare Jerôme e capire quanto si tratterà.
E mentre valuto l’idea che ciò che mi sta succedendo potrebbe avere ripercussioni future sul destino di Melissa e di Not For Fashion Victim, apro i messaggi di Instagram e inizio a scrivere il messaggio.
“Ciao Jerôme? Sei a Roma? Quanto ti fermi? Mi piacerebbe tanto conoscerti.”
Risponde mezz’ora dopo: ammetto di essere più fortunata della mia protagonista.
“Resto fino a Domenica. Anche a me farebbe piacere conoscerti.”
Io che non aspettavo altro, rispondo subito: “Fammi pensare… “
Ma so già che non c’è modo di andare: giovedì è il compleanno di Emma e sabato Carola ha un impegno importante.
Chi mi conosce sa che per scrivere un messaggio così doloroso in inglese, potrebbero volermici anni, meglio chiedere a Ringhio di rispondere al posto mio.
“Vale: Jerôme è a Roma!”
“Nooooo! Proprio adesso che mi sto laureando…” mormora delusa.
“Nemmeno io posso andare, puoi scrivergli tu? Digli che mi dispiace, che spero di vederlo presto…”
E lì, mi viene un’idea.
“Ma se gli proponessi di essere l’ospite d’onore alla presentazione del mio libro?”
“Figo!”
“Puoi chiederglielo?”
“Certo.”
Mi rimetto a scrivere l’articolo che state leggendo e sorrido pensando che io e Melissa siamo state in simbiosi fin dal primo istante: ora sono io a chiedere a Jerôme di essere lo special guest della mia festa. E mi conforta sapere che non servirà nessuna cicogna.
Qualche ora più tardi, trovo il suo messaggio. Leggo.
“Cara enrica, peccato che stavolta non possiamo incontrarci, ma mi piacerebbe essere con te per l’uscita del libro. Informami sui dettagli, vedrò come fare.”
Ora credo di sapere perfettamente cosa prova Melissa.
Finisco di scrivere e penso che la vita, a volte, è proprio strana, e che stasera esco: ho voglia di una giacca glitterata.

 

English version

What if sometimes I feel like Melissa?
Very often, especially when talking about Jerôme.
A couple of days ago, while I was looking at my Instagram, stumbling into his stories I found out he was in Rome.
He’s only four hours away, I though, I could catch a train, run to him, meet him, hug him. I can still picture the scene: looks like the one in Melissa’s dream, but in my mind I cautiously prefer to use Piazza di Spagna in order to avoid to be run over by Joe le Taxi.
I pass by the Barcaccia, look up: I see him coming down the stairs from Trinità dei Monti and he meets me half way down like Gregory Peck with Audrey Hepburn in Roman Holiday — but I am not having an ice-cream.
I am wearing my embroidered Lady Dior handbag, as precious as one of my husband’s kidney — that I have bought only because Jerôme has written to me that it would have been the only handbag he could have worn at Cassandra’s hypothetical party — along with a black knitted jump suit by Brunello Cucinelli, thong sandals bought in Positano the previous summer and combat sun glasses. This is how I call my black sunglasses by Tom Ford, those that make me look like a real hot chick in pictures even when I am not: if I were to take a picture with him, I should definitely look amazing.
He is wearing a light blue pair of jeans, a pair of back loafers matched with white socks, but the handbag is not the same as the one in the original plot, it’s a black Saddle shaped waist bag: I am missing this one too, hell. The T-shirt, instead, is exactly as it was supposed to be: white with « something good is coming » written on it.
Okay, I thought, this could have all become true and besides, I had already decided what to wear, I only had to get in touch with Jerôme and find out how long he was planning to stay.
While pondering on the idea that everything that was happening to me could have had consequences on Melissa and Not For Fashion Victim’s destiny, I accessed my Instagram and started texting.
“Hi Jerôme? Are you in Rome? How long are you staying for? I would love to meet you.”
Half an hour later his reply: I must admit I have been luckier than my leading character.
“I’m staying until Sunday. I would love to meet you too.”
(that was exactly what I was waiting for, I instantly replied.)
“Let me think… “
I knew already there was no way I could go: Thursday would be Emma’s birthday and Carola had a really important thing coming up Saturday.
Who knows me best knows that having to write such a painful text in English could have taken me ages, I decided to ask Ringhio to reply in my place.
“Vale: Jerôme is in Rome!”
“No way! Not now with my graduation and all…” she murmured disappointed.
“I can’t go myself, can you send him a message? Can you tell him I am really sorry and that I hope to see him soon…”
Suddenly an idea.
“Why not offer him to be my special guest at my book signing?”
“Cool!”
“Can you ask him?”
“Sure.”
I started working again on my article, the very one you are reading and I was smiling thinking that myself and Melissa have had a strong connection since the very start: now it was me asking Jerôme to be my special guest at my party and it was nice to know there would be no need for a stork.
A couple of hours later I found his message. I read it.
“Dear Enrica, it’s a real pity that we are not able to meet this time, but I would really like to be with you at your book signing. Please send me all the details and I will do my best.”
Now I think I know exactly what Melissa is feeling.
I have finished writing. Life is really strange sometimes, I think, but I am going out tonight and… I need a glitter jacket.

 

Illustrazione: Valeria Terranova