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1 Mag

Il grande dittatore — e non è il film con Charlie Chaplin

storie di ordinaria follia enrica alessi
storie di ordinaria follia enrica alessi
 
E
 alla fine di questo lungo periodo trascorso tra le mura di casa, vorrei fare il mio riassunto delle puntate precedenti.

Sono stati giorni pieni che ho impegnato in modo costruttivo, il tempo a disposizione era tanto e mi ha offerto l’opportunità di finire il mio secondo romanzo, di iniziare un progetto editoriale dedicato alla storia della moda e di scoprire risorse personali che non credevo di possedere. Ho cominciato a leggere le favole di Rodari ai bambini, mi sono impegnata a sostenere le raccolte fondi per aiutare gli ospedali e a uno in particolare ho consegnato un centinaio di Prêt-à-bébé per il reparto di maternità e di oncologia: mi sono detta che un sorriso poteva fare comodo in un momento così triste. Ho sentito il dovere e il desiderio di mettere a disposizione ogni cellula del mio essere per aiutare il prossimo e non perché sono buona e cara, ma perché la mia indole è questa e non si può andare contro natura.

Ho sfruttato la mia reclusione forzata –– e quella di Boy che non è più andato a spasso –– per rendermi utile.

Ho alleggerito un periodo pesante e mi sono messa alla prova anche in cucina che non è il mio forte, ma se ‘La ricetta che unisce’ chiama, io rispondo.

Ciò che faccio per vivere –– e come lo faccio –– mi ha messo davanti all’evidenza che quell’andrà tutto bene ha zoppicato parecchio. Ho visto medici e infermieri piangere, camion dell’esercito trasportare centinaia di morti, famiglie in gravi difficoltà, bambini tristi e frustrati.

Seppure sia molto grata al Governo che, nella fase iniziale, ci ha imposto di rimanere a casa per salvare la vita a più persone possibili, ora, dopo quasi due mesi di lockdown, gli effetti del corona virus hanno messo l’economia del Paese in ginocchio. Sono tante le donne che mi scrivono in privato per raccontarmi come vivono questo momento, sono arrabbiate, sono scontente, sono allo sbando. Non hanno certezze sul loro futuro e sul futuro dei loro figli. Ripongono la loro fiducia nelle istituzioni, ma le parole sono solo parole, le caramelle sono finite e a tenerle sveglie non sono più la luna ed i grilli, ma i cattivi pensieri. I cittadini italiani sono figli di una democrazia che non rispetta la Costituzione, una democrazia che finge di non vedere le reali necessità. Sono vittime di un sistema che impone loro scelte in cui non è previsto alcun tipo di replica. Basta leggere i giornali per capire che la situazione sta precipitando. Le aziende chiudono, i dipendenti vengono licenziati e quelli che fino a oggi hanno potuto lavorare da casa riuscendo miracolosamente a gestire i bambini, la casa e gli impegni professionali, dalla prossima settimana, quando tutto pian piano ripartirà, saranno in grave difficoltà. Le scuole e gli asili sono chiusi e lasciare i figli in affido a qualcuno è un problema per la maggior parte di loro. Trovare una baby sitter affidabile non è così semplice e i nonni, quando ci sono, fanno parte di una categoria di persone che finora è stato necessario proteggere.

Ci sono delle misure di sicurezza che, se rispettate con coscienza e civiltà, possono consentire a tutti i cittadini di riprendere le normali attività. Niente sarà più come prima, il mondo cambia e dobbiamo avere la possibilità di cambiare con lui, di evolverci osservando le dovute precauzioni.

Quando Mariastella Gelmini –– che ho conosciuto grazie a una delle presentazioni del mio libro –– mi ha scritto per chiedermi se mi facesse piacere fare una diretta con lei la prossima settimana, per affrontare il problema delle mamme che lavorano e delle loro difficoltà, ho accettato senza pensarci due volte.

Non faccio politica, il mio mestiere è un altro, ma non voglio smettere di credere nella giustizia e se in concreto posso fare qualcosa per dare voce al popolo che mi segue, non mi tiro indietro.

Anche Grazia si è mossa per sensibilizzare questo tema: la riapertura costringerà tante donne che lavorano a rinunciare alle loro ambizioni professionali e personali per il bene della famiglia, chi non lo farebbe? Ma perché strumentalizzare l’istinto materno per mettere le donne in trappola?

Charlie Chaplin, nel 1940, con ‘Il grande dittatore’, ha detto ciò che io stessa avrei voluto dire per chiudere questo articolo e ci è riuscito con un’eleganza e un’intelligenza che sono difficili da replicare, ecco perché mi limiterò a citarlo.

“Non voglio fare politica, non voglio conquistare ne governare nessuno, vorrei aiutare tutti se possibile. Tutti noi dovremo aiutarci sempre. La vita può essere felice e magnifica, ma noi lo abbiamo dimenticato. L’avidità ha avvelenato i nostri cuori, ci ha condotti a fare le cose più abbiette, la macchina dell’abbondanza ci ha dato povertà, la scienza ci ha reso cinici. Pensiamo troppo e sentiamo poco. Più che macchinari ci serve umanità, più che abilità ci serve bontà e gentilezza, senza queste qualità, la vita è violenza e tutto è perduto. Ma non disperate, l’avidità che ci comanda è solo un male passeggero. L’amarezza di uomini che temono la via del progresso umano, l’odio degli uomini scompare insieme ai dittatori e il potere che hanno tolto al popolo tornerà al popolo e qualsiasi mezzo usino, la libertà non può essere soppressa.

Non cedete agli uomini che non vi rispettano e vi sfruttano, che vi dicono come vivere, che vi dicono cosa fare e cosa dire. Vi condizionano, vi trattano come bestie, non vi consegnate a questa gente senza un’anima. Uomini macchina con macchine al posto del cervello e del cuore, voi siete uomini, non siete macchine. Voi avete l’amore dell’umanità nel cuore. Non difendete la schiavitù, ma la libertà. L’amore non è nel cuore di un solo un uomo, di un gruppo di uomini, ma di tutti gli uomini.

Il popolo ha la forza di creare le macchine, voi avete la forza di creare la felicità, voi avete la forza di fare sì che la vita sia bella e libera e potete fare di questa vita una splendida avventura. Quindi, in nome della democrazia, usiamo questa forza, uniamoci tutti, combattiamo per un mondo nuovo che sia migliore, che dia a tutti gli uomini lavoro, ai giovani un futuro, ai vecchi la sicurezza. Promettendovi queste cose, dei bruti sono andati al potere: mentivano, non hanno mantenuto delle promesse e mai lo faranno. I dittatori sono liberi perché rendono schiavo il popolo, allora combattiamo, per mantenere quelle promesse, combattiamo per liberare il mondo eliminando confini e barriere, eliminando l’avidità, l’odio e l’intolleranza. Combattiamo per un mondo ragionevole, un mondo in cui la scienza e il progresso diano a tutto gli uomini il benessere. Nel nome della democrazia, siate tutti uniti.”

Illustrazione di Valeria Terranova