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24 Feb

Chef – La ricetta perfetta — e non è il film con Sofia Vergara

storie di ordinaria follia

storie di ordinaria follia

 

 

 

D

evo ammetterlo, non sono creativa proprio in tutto.
L’ambito in cui non riesco a esprimermi al meglio è la cucina. Quando arrivo davanti ai fornelli e devo cucinare qualcosa con gli ingredienti che ho a disposizione, la mia mente somiglia a quella linea piatta che indica la morte cerebrale. Niente, non ce la faccio. Non riesco a inventarmi nulla di straordinario. E quindi preferisco andare sul sicuro e fare gli unici piatti che so fare. Quelli tradizionali, senza fronzoli che ho imparato a fare guardando mia mamma e mia nonna. Pasta al pomodoro, parmigiana, lasagne al ragù, pasta all’ortolana, spezzatinoli vari e nelle occasioni particolari, se proprio devo, mi cimento nella realizzazione degli unici 2 dolci che riesco a fare: tiramisù e cheesecake. Poche cose ma fatte bene. Antonio invece è un cuoco provetto. Lui in cucina ha quell’estro creativo che io non ho neanche nel profondo. Anche se nel frigo c’è poca roba riesce a fare dei piatti incredibili. Infatti, lui si occupa dei pranzi e delle cene, anche quelle con gli amici. A me tocca invece il lavoro sporco. Sistemare, preparare la linea, apparecchiare e lavare i piatti alla fine, ma qualcuno lo dovrà pur fare. Insomma sono una sous chef di tutto rispetto. Ma da quando Masterchef è entrato nelle nostre vite, la resa dei conti non ha tardato ad arrivare insieme alle sfide culinarie. Infatti, quando cucino io, Antonio inizia le sue incursioni in cucina per sapere cosa io stia cucinando e soprattutto come, ma puntualmente lo caccio fuori. Invece quando cucina lui, io cerco di rubare con gli occhi e di imparare. E puntualmente ci punzecchiamo sui particolari, sul gusto, sulla sapidità, sui condimenti. Ma negli anni qualche rivincita me la sono presa. Tié. Infatti mi lascia condire la salsa con i pelati per la pizza, cucinare i miei piatti del cuore e sapete perché?… Perché a sorpresa mi ha detto “come li fai tu non li fa nessuno” . Mica male no?! La speranza è davvero l’ultima a morire.

Testo di Valeria Terranova