To top
21 Mar

Ciao, sono Melissa…

enrica alessi scrittrice crem's blog

enrica alessi scrittrice crem's blog

S

ono Melissa, ho trent’anni e vivo con Cassandra, la mia coinquilina, che ha la mia stessa età. Lei è fidanzata con il sosia antipatico di Danny De Vito, e se la vita ha questo da offrirmi, preferisco rimanere single per l’eternità.
Ho avuto il peggior primo grande amore della storia, e ho capito che gli uomini sono soltanto capaci di guardare il calcio in tv, di criticarti e di mollarti per un’altra, solo perché ha due taglie di meno.
So che non avevo scelta, ma l’ho lasciato io — ci tengo a precisarlo — poi, mi sono chiusa in casa, e per un anno, ho mangiato tutto quello che mi è passato davanti: ho fatto pure un pensierino sul gatto dei vicini.
Ho guadagnato un’altra taglia, giusto per rimanere in vantaggio rispetto alla bella senz’anima che mi aveva soffiato il fidanzato. Poi l’ho ripersa e ne ho perse altre due.
La faccia che credevo avrei odiato per il resto dei miei giorni, è riuscita a motivarmi e a farmi perdere peso: forse dovrei ringraziarla. Soprattutto per essersi presa quel cretino.
Se ora mi piaccio?
Me lo chiedo spesso e a volte preferisco non rispondere ad alta voce, per paura che il mio ego possa sentirmi e uscirsene con la solita predica sull’autostima, che mi fa venire il mal di pancia.
Sì insomma, non è che non mi piaccio, è che a volte, le cose cattive che ti dicono ti restano dentro, e per riaccendere la sicurezza non basta spingere un interruttore.
Cassandra mi rimprovera spesso: dice che se le dessi ascolto, sarei splendida, ma io non sono come lei.
Cassandra lavora nel negozio di abbigliamento più bello della città, vende scarpe e vestiti tutto il giorno, vive di citazioni di moda, e fa anche il cambio di stagione nell’armadio: è normale che la sua mente sia stata manipolata da quel mondo. Io non perdo tempo in simili sciocchezze, io salvo vite tutti i giorni: sono una veterinaria.
Lavoro anche di notte, e ai miei amici animali non importa se sotto il camice ho un paio di pantaloni leopardati di Cavalli o una Sophia Webster ai piedi.
Il nostro è un amore che va oltre, non è nemmeno paragonabile al più bello degli abiti di Versace, e soprattutto, non conosce stagioni. — Fatta eccezione per la primavera estate: mai più senza antipulci, direbbe la Gozzi.
I miei pensieri mi hanno condotto fino a casa, ora aprirò la porta e Cassandra mi farà la solita domanda: ‘hai visitato qualcuno con un padrone carino oggi?’
Io risponderò di no e lei attaccherà con i consigli per farmi avere un aspetto decente. Sembra che voglia accoppiarmi a tutti i costi.
Insomma, chi se ne frega delle tendenze, dei must-have, delle fantasie floreali, geometriche, io cerco un uomo che sappia amarmi così come sono: con le mie spine e i miei spigoli.
A volte mi fa sentire come un pavone maschio che vorrebbe fare la ruota per farsi notare, peccato che io sia un esemplare femmina: la ruota non la so fare.
E lì, mentre penso alle sfumature cromatiche di quelle piume lunghissime, mi sorge un dubbio: se è vero che l’aspetto non conta, perché anche in natura, la femmina sceglie il maschio basandosi sull’aspetto?
Ma non sarà davvero che le cose belle piacciono a tutti?
Questo metterebbe in discussione la mia teoria sulla supremazia della bellezza interiore, ma anche se fosse, è inutile girarci intorno: la moda è nel DNA e io il cromosoma ‘fashion’ non ce l’ho.
Dica lo giuro. Lo giuro.
Apro la porta di casa e Max, il mio bobtail di quaranta chili, mi stende sul pavimento e mi riempie di baci.
“Ciao pasticcione! Cosa hai combinato oggi?”
E mentre glielo chiedo, vedo Cassandra scendere le scale con un’espressione che proprio non mi piace.
“Te lo dico io cosa ha combinato questa peste: ha mangiato la mia pianta di rosmarino. Melissa: deve smetterla.”
“Lo so, lo so. Max, hai sentito Cassandra? Si è arrabbiata per colpa tua.”
Lui mi guarda scodinzolando con la faccia di chi cercava soltanto uno stuzzicadenti profumato e io, a stento, trattengo una risata.
“Ti fa ridere?” chiede lei arrabbiata.
“No tesoro. No.. però, guardalo: non è adorabile?”
“Sì dannazione… Hai ragione!” dice lei abbassandosi su di lui per abbracciarlo.
“Piccolo delinquente, vieni qui.” conclude schioccandogli un bacio.
Sono seduta sul pavimento da venti secondi, e non mi ha ancora chiesto se oggi ho trovato un esemplare con cui riprodurmi: è strano. Troppo strano.
“Cassandra, non devi dirmi niente?”
“Come fai a saperlo?”
Ha gli occhi fuori dalle orbite. Ma di cosa sta parlando?
“Chi te lo ha detto?” insiste.
Deve aver inalato troppo rosmarino mentre puliva: mi sembra grave.
“È la solita storia… quella che mi dici tutti i giorni…” suggerisco in tono soave, cercando di metterla a suo agio.
Ma lei mi punta contro il suo indice:
“E invece questa volta ti sbagli! Questa volta, me lo ha chiesto davvero!”
Si alza di colpo e fa una giravolta su se stessa.
Non mi starà dicendo sta per sposarsi, spero.
“Sto per sposarmi.” dice battendo le mani.
Dai, forza, fai anche solo un cenno di sorriso. Suggerisce la ragione all’istinto.
Invece, mi esce solo una risatina isterica che sembra lo squittio di un topo.
“E non ti ho dato la notizia più importante…”
Questa non basta? Vuole uccidermi?
“Sei pronta? Devo chiederti una cosa.”
Perché temo che non sarà: ‘hai visitato qualcuno con un padrone carino oggi?’
Meglio rimanere seduta a farmi leccare la faccia da Max.
“Vuoi essere la mia testimone?”
Traduzione: trucco, parrucco e styling a sua libera descrizione. È questo che mi sta chiedendo.
“Cosa include il pacchetto?”
“Devo pensare al tuo look, al trucco, al parrucco, e lo styling sarà a mia libera discrezione.”
Se questa non si chiama telepatia…
La ucciderei, se le dicessi di no. E anch’io ho un cuore, anche se non è griffato.
“Sarà un piacere!” dico alzandomi per abbracciarla. “Però ti avverto: niente cambiamenti drastici.”
“Melissa sono io che mi sposo.”
“Giusto.”
La guardo e mi ricorda Rocky durante l’ultimo incontro di Apollo e la sua riluttanza nel gettare la spugna: forse anche lei vuole darmi un’altra occasione.
E mentre cerco di ignorare la scena successiva, quella dedicata al funerale di Apollo, decido che anch’io voglio darle un’occasione.
“Lo sai: io non so un bel niente di moda, e quel che è peggio, non mi interessa.”
“C’è altro?” chiede sarcastica.
“Non sono un tipo elegante.”
“Ascolta Melissa: la moda è una cosa transitoria, fatta di impressioni, immaginazione e istinto. L’eleganza è innata. Non ha niente a che fare con la bellezza dei vestiti. È una qualità dell’anima.”
“Che io non possiedo.” dico mettendomi una mano sul petto, per ribadirlo di nuovo.
“Questa è una citazione di Diana Vreeland. Ma forse non sei ancora pronta per Diana Vreeland. Meglio che cominci con questo.”
La vedo allontanarsi, si dirige sicura verso la sua libreria laccata di bianco e raggiunge la ‘sezione moda’.
Allunga la mano verso lo scaffale e va dritta su un volume impegnativo.
Torna da me e me lo porge: un libro enorme con il profilo di una donna in copertina. In fondo, a lettere cubitali: CHANEL — Lessico dello stile.
Ho una laurea, ma non credo di essere pronta per questo.
“Cosa dovrei farne?” chiedo mentre la mia mano, in modo quasi involontario, si allunga per prenderlo.
“Tra un anno mi sposo, non perdiamo tempo. Leggilo.”
Pesa quindici chili.
“E poi?” chiedo incredula.
“Tra una settimana ti interrogo’.”
Che sciocchezza. Non so se avrò tempo per queste cose…

 

PRIMO EPISODIO

Illustrazione: Valeria Terranova