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24 Ott

Il dottor T e le donne — e non è il film con Richard Gere

storie di ordinaria follia

storie di ordinaria follia

 

 

I

l dottor Mazza non è un dottore qualunque. Il dottor Mazza è il capo della Boutique della Vagina ed era lì che andavo durante le mie gravidanze.

Il dottor Mazza è come Miranda Priestly, non gli si chiede mai nulla, è lui a fare le domande, sempre. Anche al terzo mese, quando vai da lui per conoscere il sesso del bambino, è lui a chiederti: “Vuole sapere se è maschio o femmina?”

Sono passati dodici anni da allora, e Giaco era seduto accanto me. Aveva scommesso cinquanta euro su ‘femmina’, e aveva vinto. Ma ieri, su quella sedia, al posto di mio marito c’ero io.

E sul lettino, c’era Emma.

Era la sua prima visita — a vescica piena.

Le assistenti e il dottore si erano raccomandati di farle bere molta acqua e lei aveva fatto i compiti così bene che, a trenta secondi dall’inizio, il dottor Mazza esclama: “Questa vescica sta per esplodere!”

Emma si mette a ridere. Così senza ritegno, davanti al capo della Boutique della Vagina. In momenti come questo, ringrazio di indossare una mascherina: sto ridendo anche io.

“Vai a fare la pipì”, ordina il dottore. “Ma non farla tutta, mi raccomando.”

“Come faccio a non farla tutta?”

Anche le assistenti stanno per mettersi a ridere. Gli occhi cosa non dicono.

Emma si riveste e cerca di domare la sua vescica, ci riesce e torna sul lettino.

Una passata di gel sul pancino e si riparte. Dopo tre minuti, la visita che tanto temeva è già finita.

Ora tocca a me. Il dottore mi chiede di mettere le mani dietro la nuca, guardo il monitor e chissà perché mi sembra sempre di vederci un bambino. E rimango delusa quando invece mi accorgo che non c’è. Com’è possibile che la bambina che una volta cresceva dentro di me, sia già diventata la ragazza dagli occhi vispi che ora siede su quella sedia?

 

Illustrazione: Valeria Terranova