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3 Ago

Sicilia 1988

enrica alessi storie di ordinaria follia
C orreva l’anno 1988, quando mio padre decise di caricare la famiglia in auto per una vacanza studio in Sicilia. Avremmo conosciuto la sua terra, i suoi parenti — tutti i suoi parenti: anche la zia Ciccetta — i dialetti e le bontà locali. Le ferie al sud non si possono fare senza i cugini e fu così che si aggregarono anche gli zii. La partenza era fissata per il tre di agosto, a mezzogiorno di fuoco. L’aria condizionata non esisteva e la mia proposta di partire con una borsa del ghiaccio sulla testa, non fu accettata. In compenso, mia madre aveva pensato al menu di viaggio, fornendo a mio fratello e a me, un sacchetto contenente tre panini...
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27 Lug

Per le mamme, la prova costume è quella meno impegnativa

enrica alessi scrittrice storie di ordinaria follia
L a grande prova estiva di ogni mamma del pianeta non è quella ‘costume’, è quella dei compiti estivi dei figli. Il periodo scolastico della mamma si è concluso molti anni fa, ma lo stesso incubo continua a perseguitarla. Pensava di aver detto addio alle divisioni con due cifre, a quelle con la virgola, ai complementi dell’analisi logica, ma invece no: lo spettro del passato è tornato a bussare alla sua porta. Niente è cambiato: la stessa copertina colorata, piena di bambini che giocano sotto il sole che ride. La beffa. Anche gli esercizi continuano a sembrare giochi innocenti per bambini, ma come allora, restano dei rompicapi, le cui domande sono mal poste e tendenziose. La mamma ha...
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20 Lug

Non abbandonarlo

enrica alessi scrittrice storie di ordinaria follia
N on so dove stiamo andando, ma so che stiamo per metterci in viaggio. E a giudicare dal numero di valigie che abbiamo caricato in auto, staremo via per un bel po’. Non importa dove si va, mi basta stare con loro: con la mamma, il papà e la piccola Silvia, la mia amica del cuore, che mi tira sempre la palla per giocare. È mattina presto. A dirmelo è la lingua, che non è ancora caduta a penzoloni, ma in questi giorni d’estate, dopo l’ora della pappa, c’è così caldo che quasi fatico a respirare. Di solito, cerco un po’ di ombra sotto il ciliegio, vicino alla mia ciotola d’acqua sempre fresca, e provo a dormire, aspettando...
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13 Lug

Se ci credi, i sogni si avverano

Enrica Alessi Storie di ordinaria follia
E ra una notte buia e tempestosa, come quella che descrive Snoopy all’inizio dei suoi romanzi, e sono passati dieci anni da allora. Le bimbe dormivano beate nei loro lettini, Giaco stava facendo tremare il nostro con il suo russare e il solo che mi tenesse compagnia, durante quella insolita insonnia, era Tobia, il mio cane. Il lampo che aveva colpito casa nostra, però, non era la solita scarica elettrica accompagnata dal tuono, era un’idea, un’intuizione improvvisa che non riuscivo a ignorare. Ci avevo pensato durante la seconda gravidanza e anche nell’ultimo periodo, sempre più spesso, e quella notte, non riuscivo a dormire perché sentivo la necessità di scrivere. Un manuale con regole chiare e semplici. Avevo già il titolo in mente:...
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6 Lug

La mamma viene sulla terra per ripetere le cose

Enrica Alessi Storie di Ordinaria Follia
Q uando una mamma sgrida i bambini e chiede loro se hanno capito, nove volte su dieci, dicono di sì, ma stanno mentendo. La mamma è metodica, poco pretenziosa, basica e le cose che ripete sono sempre le stesse: mettete in ordine, non litigate, lavatevi i denti, adesso è ora di dormire. E la più audace di tutte: ascoltatemi quando parlo. Fantascienza. La mamma è venuta sulla terra per tre ragioni: 1. Ripetere le cose 2. Ripetere le cose 3. Ripetere le cose A furia di ripetere, ha imparato che è meglio accertarsi che il bambino abbia capito e glielo chiede: “Amore, hai capito?” “Sì mamma.” Quel ‘sì’ non viaggia da solo, ma in compagnia di uno sguardo struggente, capace di mostrare un pentimento che manco Ponzio Pilato,...
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29 Giu

Positano ti entra nel cuore

Enrica Alessi Storie di ordinaria follia
P ositano ti entra nel cuore. Non c’è niente di lei che cambierei. I suoi fiori, i suoi colori e il suo mare fanno di questa piccola città un paradiso in terra. Anche le scale non sembrano essere un problema: un piccolo prezzo da pagare, per arrivare in cima, in alto: su quelle terrazze che offrono un panorama difficile da dimenticare. Il mare: uno specchio d’acqua che si illumina, mentre riflette le luci del paese, arroccato sui monti, pieno di ristoranti, locali, negozi. La musica in lontananza, il chiacchierio della gente. Sussurro alla mia mente di fare un po’ di spazio per ricordare tutto questo: quando sarò a casa, voglio chiudere gli occhi e potermi sentire qui, anche se sarò lontana. Ma fino...
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