To top
26 Mar

Isn’t she lovely?

ENRICA ALESSI SCRITTRICE

All’uscita di scuola, le mie pupe mi corrono incontro e mi abbracciano forte. Difficile stabilire se sia una semplice corsa o una vera e propria fuga da quel luogo infernale – effettivamente io sto per condurle fuori da lì, almeno fino a domani – ma il punto è che tra poco non lo faranno più; alle superiori non si faranno più trovare davanti all’ingresso della scuola, ma di fronte alla farmacia della via accanto, che dista quasi un chilometro. Non vorranno più far sapere di avere una mamma e mi terranno lontano da tutti coloro che potrebbero accorgersi del contrario. – Che ingrate! Ma poi mi metto a pensare che anch’io, anni prima, mentre le vedevo buttarsi per terra facendo i capricci, avrei voluto che la gente non pensasse che fossero figlie mie, quindi, tutto sommato, uno pari e palla al centro. Ma torniamo all’uscita di scuola. Dopo averle liberate dagli zaini che sono più grandi di loro, le prendo per mano e non riesco più a staccarmi – in tutti i sensi. Che cacchio avete nelle mani che ci sono rimasta attaccata? Risposta: holding di microbi, virus intestinali, pidocchi e macchie marroni – che mi auguro siano di lampostil. Dopo questa veloce valutazione, il mio sguardo accecante paralizza i loro timidi accenni ad infilarsi le dita in bocca e la mia voce tonante ordina: volate a lavarvi le mani con il sapone! Con le mani – quasi – pulite si sale in macchina per continuare la fase disinfezione. L’amuchina gel – altrimenti detta: LA MUCCHINA C’È,  posizionata nel porta bicchieri posteriore – #mancofossedabere – è il mezzo più efficace per uccidere i batteri, non li elimina, ma li ammazza e se devo scegliere, meglio avere le mani piene di microbi morti piuttosto che vivi. L’accettabile livello di pulizia – se così posso definirla – consente comunque di passare alla fase merenda: quella in cui le mie figlie decidono di rompermi i coglioni perché non riescono a decidere cosa vorrebbero mangiare. – È una merenda cazzo, non un menù di nozze! Dopo anni di tali sfracellamenti psicologici, ho deciso di risolvere la questione con la merenda a sorpresa, con cui mi riprendo il potere e decido io che cavolo si mangia. – Per fare funzionare il mio piano, però, sarà meglio aggiungere che la mia scelta è dipesa da cause di forza maggiore. – Racconta a tuoi figli qualcosa di drammatico e sarà l’unico momento in cui potrai concederti il piacere di avere la loro completa attenzione e comprensione. Le faccio salire in macchina, mi metto al volante e, prima di mettere in moto, mi infilo un dito in un occhio per farlo lacrimare di brutto, poi, attacco con la storia: ragazze, la casa ha preso fuoco e con lei anche il portafoglio di mami, lui non ce l’ha fatta, ma il resto sì. Tutto ciò che posso offrirvi oggi per merenda è ciò che si è salvato dopo l’incendio. – In due sacchetti separati. Forse ho esagerato, ma pare che comprendano la situazione e mangiano senza lamentarsi, anzi si complimentano pure per il pane caldo. – E ti credo amore, è stato nel fuoco! Dopo la scuola c’è sempre qualcosa da fare: il tennis, le lezioni di canto, di chitarra, d’inglese, il nuoto e l’equitazione. E qualcosa che va storto c’è sempre: la racchetta è rimasta a casa con la chitarra e le borse di canto e d’inglese, la cuffia si è strappata e la cacca del cavallo si è spiaccicata sui vestiti. Finalmente, dopo aver varcato la soglia di casa, la fase disinfezione lasciata in sospeso giunge al termine con una doccia. Le falde acquifere si stanno esaurendo e la colpa è pure delle mie figlie – #sapevatelo. Ma dopo essere uscite del bagno, riesco a riconoscere il colore della loro pelle, non è poco. Fase cena? – Un secondo, vado in posizione trincea. Le cose a tavola non sono mai state facili, ma dopo Masterchef tutto è diventato decisamente più difficile. Emma e Carola di un piatto hanno imparato a valutarne la presentazione, la cottura, se manca di sale, se c’è il giusto grado di acidità e i miei non ce la possono fare: la volta che me ne passano uno piango di gioia. Dopo la cena, possiamo dedicarci alla piacevole fase delle attività ricreative: giocare a Barbie, guardare la tv sul divano, sparecchiare e riordinare – a ognuno il suo – che precede quella del check-up in bagno in cui fanno la pipì e si lavano i denti per poi andare a dormire.  La favola è l’unico metodo infallibile – insieme alle vili minacce – con cui riuscire a metterle a nanna senza imprecare. Come farò quando non vorranno più farsele raccontare? – Sarà che di stronzate, crescendo, ne sentiranno abbastanza – ma tra qualche anno, non mi faranno nemmeno più entrare nella loro cameretta, figuriamoci con un libro di favole. Ora dormono, tutto tace – tutto tutto proprio no: mio marito russa, ma credo di riuscire a sopportarlo – e finalmente posso dedicarmi al mio lavoro: scrivere l’articolo che leggerai domani. Buonanotte.
.

At the school gates my girls run to me and hug me tight. It’s hard to tell whether it’s just a question of need to run or a real escape necessity from that hell-hole – indeed I am taking them away, at least until tomorrow – but the point is they won’t do it in the years to come; in high school they won’t be there waiting for me at the school gates, most probably at the chemists’ shop around the corner, which is at least a kilometer away. They will no longer be happy to tell people they have a mum and will keep me at a distance from all those who could notice they do. – So ungrateful! But then I start thinking too… years before when I used to look at them lying on the ground throwing tantrums, and me just wanting people to think they were not my daughters, so in the end, all in all, we’ve evened off and are back to square one. But let’s go back to the school gates. After having freed them of their rucksacks, that look too big and tall for them, I take their hands in mine and can no longer leave them – in any and every way. What’s the sticky stuff you’ve got on your hands??? I am glued to them! Reply: holding of microbes, bugs, louses and dirty brown stains – that I really hope arefelt-tip pen marks. After this swift assessment, my evil look stops their weak attempts to stick their fingers into their mouths and my thundering voice goes like: Go wash your hands with loads of soap!  With their – almost – clean hands we get on the car to proceed with the decontamination phase. Amuchina hand sanitizing gel – placed in the glass holder beside the back seat in the car – #asifitwassomethingtodrink – the easiest way to kill bacteria, you don’t get rid of them, but you kill them and as long as I can choose: better having hands loaded with dead bacteria than of live ones. An acceptable standard of cleanliness – if I can call it this – allows us to go onto the snack phase: when my daughters usually hassle me with their not knowing what to eat. – For folk’s sake it’s only a snack, not a wedding meal menu! After years of these physiological troubles, I have solved the problem with a surprise snack, back in control of what they eat. – To make my plan work, though, I’d better add that my choice was a question of force majeure. – Tell your children something dramatic it will be the only time you’ll have their complete attention and sympathy. I let them on the car and I take the driver’s seat, but before starting the car I stick a finger in my eye to make it shed real fake tears, then I begin with the story: girls, the house was on fire and mum’s wallet burnt along, it didn’t make it, but everything else did. All I can give you as snack today is what was saved from the fire. – Into two separate bags. Maybe that was a little too dramatic, but they seem to understand the situation and eat without complaints, they are even happy with their still warm bread. – Of course love, it was the fire! After school there’s always something to do: tennis, singing lessons, guitar lessons, English lessons, swimming and horse-riding. And there’s always something going wrong: the racket was left at home along with the guitar and singing and English stuff the bathing cap tore apart, horse poo all over their clothes…. Finally, after having stepped into the house, the decontamination phase left unfinished needs completion: with a shower. The water bearing layers are exhausting and it’s my daughter’s fault- #didyouknow. But after exiting the bathroom I can recognize them again, see the color of their skin and that’s something. Dinner time? – Wait a sec, I have to switch into the trench mood. Dinner time was never easy, but after Masterchef everything has definitely gotten worse. Emma and Carola have learnt how to judge a dish from its appearance, cooking, salt lack or excess, from its balanced grade of sourness and my dishes cannot make it: every time one of my dishes passes with merit I break into tears. After dinner we can enjoy easy entertaining activities such as playing with Barbie dolls, watch TV on the sofa, clear the table, tidy around – each one her own task – which comes right before the check-out phase in the toilet where they pee, brush their teeth and go to bed.  A fairy tale is the only way – along with vile threats – with which I can put them into bed without coursing loudly. And what when they will no longer want a fairy tale? – They will hear enough tales while growing up – in a few years they won’t let me near their room, imagine with a book in my hand! Now they are sleeping, silence around – well not really: my husband is snoring but I think I can handle it – I can finally do some work: write the post you’ll read tomorrow. Good night.

ENRICA ALESSI SCRITTRICE

SBASE COVER IPHONE

2BASE COVER IPHONE

RETROSUPERFUTURE EYEWEAR

ENRICA ALESSI CREM BLOG

2BASE COVER IPHONE

ENRICA ALESSI SCRITTRICE

Sweater: MANOUSH

Denim skirt: DSQUARED

Sandals: CHRISTIAN LOUBOUTIN

Charm: SECONDA BASE 

Bag: THE VOGUE WARDROBE

Eyewear: RETROSUPERFUTURE