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7 Nov

Se finisco su un’ isola deserta?

crem's blog enrica alessi scrittrice
Q uando ti fanno la domanda: cosa porteresti con te su un'isola deserta? Sorridi, ci pensi un attimo e dici tre cose di cui non puoi fare a meno. Ma prova a immedesimarti davvero nella parte e dimmi se non ti viene da piangere. E non perché finisci tutta sola in un posto dimenticato da Dio e dagli uomini - una situazione tipo Cast Away con un pallone di nome Wilson non sarebbe così male. Ma pensa se l'aereo precipita e tu finisci su un'isola deserta con un fusto da paura. Quello che potrebbe sembrare lo spunto perfetto per la sceneggiatura di una commedia erotico-romantica, non è altro che il tragico epilogo della dignità femminile. L'immensa natura che...
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6 Nov

Il sadismo di WhatsApp

 
C hi ha inventato il modo di monitorare la ricezione dei messaggi di WhatsApp è un genio del male. Queste cosa delle frecce ti complica la vita: specie quando scrivi a qualcuno che ti interessa. Dopo aver speso venti minuti a controllare la punteggiatura,  la sintassi, e corretto eventuali errori causati dalla scrittura intuitiva, fai un bel respiro, aggiungi un emoji e porti il pollice tremante sulla freccia blu che eseguirà l'invio. Butti il telefono a un chilometro di distanza - manco fosse una testata nucleare in procinto di esplodere - e fingi di ignorarlo. Ti metti a fare altro, cerchi di ingannare il tempo, ma soprattutto te stessa, facendo leva su una forza interiore che in casi come questi...
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28 Ott

La leggenda di Halloween

C arola ha 9 anni e ha bisogno di qualche chiarimento sulla festa di Halloween. 🎃 "Mamma, ma di preciso ad Halloween cosa si festeggia?" "Halloween è una festa irlandese, ma come la nostra nasce per festeggiare la notte di tutti gli spiriti sacri, lo dice la parola: All Hallows' Eve." Carola mi guarda con un espressione traducibile in: "e i travestimenti? Le zucche e tutto il resto?" Devo essere più chiara: "Negli anni la festa è cambiata, assomiglia al nostro carnevale...
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27 Ott

What’s my name?

I l nome che ti danno quando nasci, bello o brutto che sia, te lo devi tenere. A me non è andata male, eppure lo sbagliano tutti. Strano, perché Enrica Alessi non mi sembra difficile, ma la gente non ce la può fare. Se te lo dico a voce, ci sta che capisci male o non te lo ricordi, quindi nel dubbio: tesoro è perfetto, meraviglia è perfetto, dolcezza pure, ma chiamarmi Erica, Alessia, Ale, Irina ed Elica – se prenoto al giapponese – non va bene. E va pure peggio, quando mi ci chiamano mandandomi una email. Lo vedo lì: scritto nero su bianco e le mie dita pigiano la risposta che poi cancello subito: "Sei cerebroleso? Non lo vedi...
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26 Ott

La giornata Apocalypto

crem's blog enrica alessi scrittrice
Q uando credo di avere avuto una brutta giornata, mi consolo pensando ad Apocalypto di Mel Gibson. Mi spiego: nel XVI secolo in un piccolo villaggio Maya dello Yucatán non c'era il phon, non c'era la piastra e neanche un parrucchiere. I negozi non esistevano e per vestirti c'era giusto l'handmade. Victoria's Secret era solo un'idea e il tacco nella foresta era out. Certo è vero che l'aria era più pulita, ma il tasso di criminalità era alto anche allora. Potevi essere al fiume a raccogliere l'acqua, immaginando un'ipotetica pasta asciutta alle radici, e venire assalita da una banda di squilibrati capitanati da Lupo Zero alla conquista del villaggio. Tuo marito - ovviamente - non aveva il posto fisso, e quando si...
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18 Ott

Il primo appuntamento

I l primo appuntamento non si scorda mai. Uomini e donne vivono diversamente le ore che precedono l'incontro, ma entrambi vivono la preparazione in funzione delle aspettative. Partiamo dal presupposto che mica sempre si esce pensando che sia il vero amore: questo si ripercuote inevitabilmente su ciò che le donne decidono di mettersi. Gli uomini invece non hanno questo tipo di dubbio. Possono essere indecisi sul dopobarba, sul profumo, sulla musica da ascoltare, sul discorso da mettere in tavola per portare a casa il risultato: questa è la sola preoccupazione. Le donne sono diverse: concedono un'appuntamento anche al più brutto del reame se è simpatico. Ma proprio perché gli uomini una cosa del genere non la concepiscono, è sempre bene...
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13 Ott

Il sogno di un bambino di andare a Gardaland

crem's blog enrica alessi scrittrice
S e il sogno di un bambino è andare a Gardaland, per un genitore è il peggiore degli incubi. In veste di mamma ci sono stata una volta soltanto, giusto il tempo di comprare a Carola il pupazzo di Prezzemolo, portarla nella sua casa sull'albero, e chiedere a uno degli addetti di farci uscire perché Carola aveva vomitato in ascensore e sul suo pupazzo di Prezzemolo. Ma quando la bambina ero io, andarci era uno spasso. Quella volta fu davvero uno spasso. Sveglia alle cinque - mia madre alle 4 per friggere le 15 cotolette da mettere nei panini con cui pranzare con leggerezza. Seguita da colazione in macchina per risparmiare tempo e arrivare all'ingresso all'alba per evitare la fila. Ma appena scesi...
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