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20 Set

Missione sandali Chanel

Missione sandali Chanel

CREM'S BLOG

S

e t’innamori di un uomo a prima vista, non puoi correre da lui guardarlo negli occhi e dirgli: “Ehi ciao, sai che mi piaci?” sarebbe troppo diretto, troppo spudorato. Ma con un paio di scarpe è diverso, te lo trovi di fronte e vorresti che fosse tuo all’istante. E chi se ne frega della sfacciataggine. Già lo vedi con la tua lingerie di Victoria’s Secret, la tua gonna di Zara, la tua camicia di Vivetta, e la tua borsa di Gucci. Le sole informazioni che ti servono sono scritte nel cartellino che gli sta appiccicato sotto una delle suole: taglia e prezzo. Sulla prima sei anche disposta a chiudere un occhio, ma sul prezzo no: è lui a stabilire se siete compatibili oppure no. L’amore può colpirti all’improvviso, anche quando sei seduta sul water a sfogliare l’inserto sfilate di Vogue. E fu in quel momento che mi innamorai di un sandalo di Chanel. Roma. Mi serve il numero della Boutique di Roma. Trovato. Fisso l’immagine della rivista per qualche secondo. La imprimo nel cervello e parte la chiamata.
“Buongiorno, mi chiamo Enrica Alessi. Senta: ho visto sull’inserto delle sfilate di Vogue un sandalo infradito, basso, bicolore e dalla foto sembra che abbia un calzino stretto alla caviglia. Porto un 38, lo avete a disposizione?”
Ma appena finisco la domanda sento un brivido corrermi lungo la schiena.
“Lei è nostra cliente?”
Qui si mette male.
“Non ancora, ma se potesse dirmi il prezzo e controllare la disponibilità del numero…”
Troppo insicura. Troppo insicura.
“Può fornirmi il codice per favore?”
Di male in peggio. Codice?
“Mi dispiace, ho solo questo giornale di Vogue e nient’altro. Ma è proprio il sandalo della sfilata, lo indossano tutte le modelle, ha capito di quale sto parlando?”
“Mi spiace, ce ne sono tantissimi, deve recuperare il codice che è sul catalogo, senza quello non posso aiutarla.”
“Cosa? Lei deve aiutarmi! Le prometto che imparerò a memoria tutti i codici che vuole…”
“Le ripeto che senza numero di codice non posso aiutarla.”
“Lei mi sta chiedendo un codice che non posso avere perché sta su un catalogo che io non ho mai ricevuto: non sono cliente… Non ancora insomma… Pronto? Pronto?”
La meschina ha riattaccato, ma io non sono pronta a rinunciare al mio sandalo.
Mi alzo dal water, mi fiondo in cucina e chiamo Milano cercando di non farmi cogliere impreparata sulla faccenda “codice”.
”Buongiorno, mi chiamo Enrica Alessi, ho visto sul catalogo un sandalo infradito, basso, bicolore e dalla foto sembra che abbia un calzino stretto alla caviglia. Al momento non riesco a recuperare il codice, ma sono sicura che lei sa esattamente a quale mi riferisco…”
“Certo signora, è quello dello sfilata, lo indossano quasi tutte le modelle.”
Sapevo che dovevo cominciare da Milano.
“Lo immaginavo, quindi può controllare se ha un 38 a disposizione?”
“Mi dispiace signora, abbiamo la lista d’attesa per quei sandali: sono tutti prenotati dalle clienti.”
“Le giuro sulla mia vita che anch’io desidero
diventare cliente…”
“Signora, mi dispiace.”
Ancora con questa signora, ho solo 28 anni e non ho intenzione di andarmene a mani vuote.
“Per curiosità, posso almeno sapere il prezzo?”
“Certo: 690 euro.”
Lo voglio. Venderò un rene e sarà ai miei piedi: fosse l’ultima cosa che faccio. Chiamo Palermo e Bologna, ma anche loro li hanno tutti riservati per le clienti. – Maledette. Se non altro, all’ultima commessa con cui ho parlato sono riuscita a scucire il numero di codice. Mi resta l’ultima possibilità: Torino.
“Buongiorno, guardi ho chiamato tutte le boutique d’Italia, mancate solo voi…”
Dall’altra parte: il nulla.
Forse sono stata troppo sincera? Dannazione, devo recuperare.
“… Mi chiamo Enrica Alessi, ho visto sul catalogo un sandalo infradito, basso, bicolore e dalla foto sembra che abbia un calzino stretto alla caviglia. Il numero di codice è…”
“No, non importa, ho capito..”
“Insisto, mi perdoni, vorrei che fossimo certe che stiamo parlando della stessa cosa…”
“Signora, è semplice, è quella della sfilata, lo indossano quasi tutte le modelle, è il G25148 X01000 C2761 di pagina 6.”
Questa è una macchina. Mi dico mentre controllo velocemente la mia versione scritta su un pezzo di carta igienica.
“È disponibile?”
“Che numero le occorre?“
“Un 38.“
”38C?”
Dammi la A, la B, la C, dammi quello che ti pare, basta che me lo fai pagare e che me lo spedisci.
“38C è perfetto.”

Dopo aver venduto il mio rene, andai in posta e compilai il mio primo vaglia postale, pagai e dopo qualche giorno, arrivò la mia prima scatola nera con logo bianco. Chiusa con un nastro di raso e una camelia di carta profumata.
Il sandalo era perfetto e io ero felice. Forse questa cosa del prezzo non ci rendeva perfettamente compatibili, ma quale coppia poteva dire di esserlo?

Illustrazione: Valeria Terranova