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20 Dic

Jack mani di forbice

Hai  presente quando sei dal parrucchiere e la ragazza che sta seduta vicino alla tua poltrona è in contrattazione con lui perché è indecisa se tagliare i capelli oppure no? Io sono stata su quella poltrona un sacco di volte e, dopo aver ceduto alla tentazione di vedermi diversa, mi sarei buttata volentieri sotto la prima macchina che passava per strada. Il rapporto che unisce donna e parrucchiere non è così frivolo come può sembrare, metti insieme lei che è eternamente indecisa e lui che del suo estro ne ha fatto un mestiere e immagina gli effetti che può avere un legame del genere. Lui è un mix tra Jack lo squartatore e Edward mani di forbice, se il serial killer è nato per uccidere, il parrucchiere è nato per tagliare i capelli. La sua “vocazione” si è manifestata in tenera età, facendo esperimenti con la Barbie della sorella, prima con una spuntatina, poi con un taglio laser alle spalle, fino ad arrivare a rasarla a zero e sentire un brivido di piacere che prova solo chi è davvero compiaciuto. Lei, invece, ha trascorso un’infanzia burrascosa, anni e anni passati a supplicare la madre di non farle tagliare i capelli, di lasciarli crescere o di  farle almeno cambiare idea sulla scelta del parrucchiere, che, nove volte su dieci, ricadeva sulla signora del piano di sopra senza nessuna esperienza che tentava di farsela coi figli suoi e con quelli degli altri. Oggi, quella bambina indifesa si è trasformata in una donna adulta, ha incendiato l’appartamento superiore con la signora dentro e ha i capelli lunghi che ha sempre desiderato. Ha cambiato casa e si è trasferita in un palazzo nuovissimo del centro che però ha un grosso handicap: l’ingresso accanto a quello del parrucchiere più famoso della città. L’incubo con cui è cresciuta sembra non voglia darle tregua, ma ora è grande, può decidere da sola come gestire la sua sua chioma, nessun obbligo, nessuna imposizione, ma, come sempre succede, quando qualcosa smette di essere proibito, smette anche di essere interessante. Le donne si dividono in 2 categorie: trasformiste e metodiche. Le trasformiste vanno nel salone che rispecchia ciò che sono: Il bello delle donne. Stanno bene con ogni tipo di taglio e di colore perché Madre Natura ha deciso di farle fighe dalla nascita, di dare loro cento metri di vantaggio, nessuna difficoltà a cambiare aspetto e la possibilità di sperimentare senza alcuna limitazione. Le metodiche, invece, fisicamente passano appena la sufficienza e compensano con la simpatia. Il salone in cui vanno, più che il bello delle donne è il bello de mi nonna e, un po’ perché Madre Natura ha preferito assegnare loro qualità più intellettuali, un po’ perché il parrucchiere che scelgono non è esattamente una garanzia, di osare non ne vogliono proprio sapere. Per loro, trovare un look azzeccato è come giocare a Black Jack, non vogliono vincere, si accontentano di non superare il punteggio consentito e quando ne raggiungono uno soddisfacente, smettono di pescare altre carte. Si tagliano i capelli due volte all’anno perché pensano a una semplice spuntatina, senza calcolare che chi sta dietro di loro è pur sempre un serial killer con un paio di forbici in mano. Lui non ha un movente, ha un modus operandi e può colpire chiunque. La trasformista è una preda facile che non oppone resistenza, nessun obbligo, nessuna imposizione e, anche in questo caso, quando qualcosa smette di essere proibito, smette anche di essere interessante. Lui ha bisogno di spingersi oltre, di una nuova vittima, di qualcuno che possa offrirgli emozioni forti: una metodica doc che, sotto sotto, ha la sua stesse necessità: osare.Quando i loro sguardi si incontrano, scoprono di avere entrambi quel guizzo, un concentrato di follia e rivoluzione, e tornare indietro è impossibile. Lei entrerà nel vicolo cieco e lui potrà agire indisturbato. Il parrucchiere non taglia mai i capelli troppo poco, ma sempre troppo perché le donne gli ricordano quella Barbie con cui giocava da bambino, quella con cui decideva sul momento quanto e come tagliarle i capelli. Non conosce a priori il finale della storia, sa che inizierà, ma non quando finirà ed esagerare è roba di un attimo. Se esagera con una trasformista il risultato non è mai devastante, lei resta figa comunque, ma se esagera con una metodica, i casi sono due: o lei si mette a piangere e si trasferisce in Tibet per sette anni, aspettando che il suo aspetto migliori, oppure si guarda allo specchio e si piace più di prima. Ha corso il rischio e ne è valsa la pena, anche per lei esiste un piano B e qualcuno è riuscito a escogitarlo. Quella vecchia partita di Black Jack e quel vecchio punteggio politico che si era fatta bastare fino a quel momento, è ormai un lontano ricordo, ora ha acquisito una  nuova consapevolezza: se non giochi, non vinci, ma l’azzardo, anche quando si tratta di capelli, è sempre bene tenerlo sotto controllo e non farsi prendere la mano – di forbice e non. –

JACK SCISSORS’ HANDS – Do you have any idea of you sitting at the hair-stylist and looking at the girl next to you who is negotiating with the stylist about her new possible hair-cut? I’ve sat on that armchair thousands of times and when I surrender the temptation of a new look then I would have bumped into the first car on the street. The relationship between a woman and her hair-stylist is not as frivolous as it may seem, put together her uncertainty and his creative flair and simply imagine the collateral effects of such a relationship. He is a mix between  Jack the ripper and Edward scissors’ hands and if the serial killer was born to kill, the hair-stylist was born to cut hair. His “vocation” first appeared when he was just a child, making experiments with his sister’s Barbie doll, a delicate trim, then a laser cut on her shoulders and finally shaving her completely and feeling a pleasant shiver inside. She, on the contrary, has had a turbulent childhood, years and years passed to beg her mother for mercy as she wanted long hair, she wanted her to change hairdresser and nine out of ten the choice fell on the upstairs neighbour who, not caring for the look of children, tried to gain experience cutting her children’s and other kids’ hair. Today, that harmless girl is a woman, she has set fire to the flat of her upstairs neighbour with has the long hair she has always wanted. She moved to a new house,  marvellous flat in the city centre with a sole big defect: the entrance is just beside the most famous hair-stylist in town. The nightmare who has always accompanied her is still there, but now she’s grown up and she can decide for herself and her own hair, no obligation, no imposition  but, as it always happens, when something is no longer prohibited, you immediately lose interest in it. Women fall into 2 categories: quick-change type and methodical type. Quick-change women go to the hair-salon that mainly mirrors what they are: the beauty of women. They look cool with any hair-cut and dye as Mother Nature had decided to give them beauty, they are always in advantage, they have no difficulty in changing their aspect and they can experiment with no limitations. Methodical women are not exactly attractive and compensate this fault with cheerfulness. The salon they go to is not the beauty of women but the beauty of grandmothers and, maybe because Mother Nature decided for other gifts to them or maybe because they are not able to choose the right hair-stylist, they don’t want to dare. Finding the right look is like playing Black Jack, they don’t want to win, they are satisfied not to overcome the allowed score and when they achieve a sufficient number of points, they stop and do not pick other cards. They cut their hair twice a year with just a delicate trimming but,  don’t forget that the man standing behind them is a serial killer and things don’t always go as they should. He doesn’t have a drive but has a modus operandi and can hit anybody. The quick-change woman is an easy booty as she doesn’t resist him, no limitations, no impositions and in the same way as above, when something is no longer prohibited, you lose interest in it. He needs to push, to find a new victim, someone able to thrill him: a methodical woman who, in the end, has his same needs: daring and trying to overcome her nearly sufficient score. She wants a challenge with herself, if there’s a B-plan for her too and someone able to find it. When their eyes meet, they see the same sparkle, a concentrated essence of madness and revolution, going back is impossible now: she will go down that path and he will act undisturbed. Hair-stylists never cut too less but always too much as women remind them of that Barbie doll they were playing with as children and they decided how much to cut at the very last, they don’t know how the story will end, they only know the beginning and overdoing is a just a glimpse.
If he exceeds with a quick-change woman, the result is never devastating, she’s always attractive, but if he overdoes with a methodical type, well, there are two possible cases: either she starts crying and moves to a remote land in Tibet where she remains for seven years waiting for her look to be back to normality or she looks at herself in the mirror and she likes what she sees. She has run the risk and it was worth it, she has her B-plan too and someone has finally found it. That old Black Jack manche and that old score is now a vague memory as she has a new awareness: if you don’t play, you can’t win, but when it comes to hair, it’s always good practice to keep risk under control and not treat with heavy hands – with scissors or not. –

JACK MANI DI FORBICE

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Shirt: PICCIONE PICCIONE

Skirt: PICCIONE PICCIONE

Belt: OFELIA

Sandals: MIU MIU

Backpack: CORSOUNDICI

Sunglasses: VINTAGE COLLECTION 

Jacket: DE’ HART