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5 Ott

La vendemmia

crem's blog enrica alessi scrittrice

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C

arola ha sei anni e la sua classe ha organizzato una gita a casa nostra per vedere come si vendemmia. Il vigneto che abbiamo fa ridere da quanto è piccolo, ma per lei è come quello di Veuve Clicquot Ponsardin. Per questa delicata missione didattica è stato reclutato il nonno Beppe: l’unico che può gestire 24 bambini urlanti alle prese con guanti, cassette e catini senza fare una piega. La mattina della gita, Carola aspetta trepidante che arrivino i suoi amici.
“Mamma hai fatto tutto? La torta?”
“C’è.”
“La pizza?”
“Anche.”
“L’Estathe?”
Silenzio. Un brivido mi corre lungo la schiena.
“E l’Estathé? Hai comprato l’Estathé?”
“No, quello me lo sono dimenticato.”
“Mamma! Come hai potuto?” 😳
Mi rendo conto di quanto possa essere drammatico per una bambina di sei anni confessare alla sua classe che la mamma si è dimenticata la cosa più importante. A salvarmi dall’imbarazzo è proprio il nonno Beppe che bussa alla porta.
“Nonno!” grida la Carola mentre gli corre incontro. “Vieni che ti faccio il caffè.”
Il nonno si siede sullo sgabello sorridente.
“Allora hai studiato? Sai tutto tutto tutto?”
Al nonno si azzera la salivazione, gli porgo un bicchiere d’acqua e gli auguro buona fortuna.
“Sì amore.” risponde.
“Allora, comincia.” lo incita la Carola.
“Dunque, la vendemmia…”
Se fosse su un pouf sarebbe uguale a Fantozzi.
“La vendemmia…”
“Siiii…” faccio io per incoraggiarlo.
“La vendemmia comprende tre passaggi: raccolta, pigiatura, fermentazione. Prima si raccolgono i grappoli, poi si separa l’acino dal raspo e poi si pigiano gli acini. Il mosto ottenuto viene messo in grandi vasche in cui fermenta.”
Io lo guardo sbalordita.
“Cosa vuol dire fermenta?” chiede Carola curiosa.
“Che invecchia e diventa buono, diventa vino.”
“Bravo nonno! Tu sì che hai fatto i compiti, non come la mamma che si è dimenticata di comprare l’Estathé.”
Presa dal rimorso esco a comprarlo prima che arrivino i bambini, ma al mio ritorno l’autobus è già parcheggiato sotto casa. Mio padre cerca di gestire i bambini alla meno peggio, ma solo io posso sedarli: l’Estathé li farà stare buoni per un po’. Tempo di apparecchiare un tavolo con la merenda e raggiungerli nella nostra Château Des Marres dove assisto a una chiacchierata interessante.
“Carola, guarda: ho tutte le mani sporche di sangue!” grida uno dei suoi compagni.
“Riccardo: guarda che è succo d’uva. È come il succo di pomodoro che usano nei film quando muore qualcuno.”
“Ah!”
“I tuoi genitori non ti hanno mai detto che è tutto finto?”
“I miei genitori non vogliono che guardo i film dove la gente sanguina.”
“Ah.”
“Bambini venite qui!” dice il nonno Beppe per attirare la loro attenzione.
“Ora che abbiamo raccolto l’uva, dobbiamo dividere il chicco dal rametto, e mettere gli acini in questo secchio che poi pesteremo.”
I bimbi lo raggiungono, si siedono e fanno per togliersi le scarpe.
“Bimbi cosa fate?” chiede lui.
“Nonno, se dobbiamo pestare l’uva…” protesta la Carola.
“Noi non la pestiamo come Celentano!” dice divertito.
“Papà sono troppo piccoli, non sanno chi è Celentano.” gli sussurro.
“Ehm… Noi non usiamo i piedi per pestare l’uva.”
I bimbi lo guardano delusi, il divertimento più grande è appena esploso in mille pezzi.
“… Ma usiamo questa bellissima macchina che vista da vicino sembra un’astronave! Venite a vedere.” dice soddisfatto riconquistando l’interesse appena perduto.
Dopo un’oretta, la lezione del nonno Beppe è finita e i bambini si avventano sulla merenda. Carola corre verso di me, mi abbraccia e dice:
“Grazie mamma, i miei amici non dimenticheranno mai questa giornata.”
“Amore, devi ringraziare il nonno.”
“No mamma sei tu che sei andata a comprare l’Estathé.”

Illustrazione: Valeria Terranova