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arafrasando la Bibbia, quella parola scritta nel capitolo diciotto, pagina duecentoquarantadue, trentesima riga, continua a turbare la sensibilità di mia suocera.
Le fonti sono attendibili — sono state Emma e Ringhio a riferirmelo — e non posso ignorarle.
Credevo avesse capito che l’ironia è l’ingrediente principale del romanzo e che il titolo di ‘strega’ che le ho attribuito è solo un termine contestualizzato a una situazione descritta: non può farne una questione personale. E poi nessuno ci farà caso.
“Lo sai che alla festa due ragazze mi hanno riconosciuto...