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6 Dic

Autumn leaves

ENRICA ALESSI SCRITTRICE

Io odio l’autunno. Lo odio perché è una stagione senza troppa personalità, non prende una posizione e soprattutto non si prende la responsabilità di un clima deciso: non è caldo, non è freddo, non è soleggiato, non è piovoso: insomma, è un eterno paraculo. È un ruffiano di corte: ti fa credere che sia ancora il tempo di godere di lunghe passeggiate al sole e poi, l’attimo successivo, ti consegna all’inverno e alle sue giornate corte e fredde. Lo fa in modo pavido, vigliacco, ti corteggia, ti illude e poi, quando meno te lo aspetti, sparisce, portandosi via le sue foglie colorate e scricchiolanti. Ricordo che da bambina durante il periodo del mio compleanno – per contrappasso e beffa compio gli anni proprio i primi giorni di autunno – mio nonno passava un sacco di tempo con me ed era proprio forte. Attraverso i suoi occhi, qualsiasi avvenimento si trasformava in un gioco estremamente divertente, una volta eravamo pirati dalla benda sull’occhio, poi astronauti, esploratori e anche ballerini. Aveva una grande passione per il canto e il ballo e adorava fare cose che la maggior parte degli adulti non si sogna nemmeno. Un pomeriggio ci trovavamo in un parco che tutti chiamano quello della Contessa e le foglie scricchiolavano ad ogni nostro passo, mio nonno cominciò a saltarci sopra e a battere le mani. Sotto ai nostri piedi, dentro ai nostri palmi c’era la musica e la mia risata gorgogliante risuonava per tutto il parco. Si narrava, tra noi bambini, che esistesse ancora la contessa, la vecchia signora del palazzo, e che fosse inferma a letto, pensai: va a finire che le faccio venire voglia di ballare e magari le gambe riprendono a funzionarle! Continuammo a danzare e saltare per un tempo indefinibile: mio nonno era instancabile e piuttosto indifferente alle “brutte figure”. Poi, d’improvviso, ci sorprese il crepuscolo. Ci avevano anche chiusi dentro, ma mio nonno, senza indugio, prese una panchina e mi aiutò a scavalcare. Tornammo a casa felici e soddisfatti con una grande gioia nel cuore e un nuovo segreto da serbare. Se penso a quel momento, mi accorgo che forse non ho sempre  odiato l’autunno e le sue foglie colorate e scricchiolanti, ma mi manca mio nonno e mi manca quel suo coraggioso entusiasmo e forse il mio amore per l’autunno se ne è andato con lui.
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I hate autumn. I hate it as it is a season with no personality at all, it doesn’t take any position and the responsibility for a rigid weather: it’s neither cold nor warm or rainy: well, an eternal smart aleck. A brown noser: he makes you believe it’s still time for a nice walk in the sun and then, all of a sudden, it is winter time with days that get shorter and colder. Autumn does it in a bad way, it flatters you with an illusion and when you don’t expect, it runs  away with its coloured and crunchy leaves. I remember that when I was a child just in the period of my birthday- yes, I was born in autumn – I used to spend a lot of time with my granddad and it was cool. With him anything could become a funny game to play, once we were pirates, then astronauts, explorers or even dancers. He was passionate about singing and dancing and he adored things that most part of adult people don’t like. One afternoon we were walking in a town park, leaves were cracking under our feet, we had music in our head and my laugh was sounding all around. That park was called the “Countess” park and children believed that the countess, the noble woman of the palace was still alive, ill in bed and I thought: perhaps my dance will make her feel better and as if by magic she will stand up and dance again! We kept on dancing and jumping all day long: my granddad was never tired and he didn’t give a damn about people looking at us. Then, all of a sudden, it got dark. And we were locked in the park but my granddad took a bench and helped me to climb over the fencing. We came back home happy and satisfied with a new secret to cherish. If I think of that moment, then I believe I’ve not always hated autumn and its coloured and crunchy leaves but I miss him, I miss my granddad, his brave enthusiasm and maybe my love for autumn  has gone with him.

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ENRICA ALESSI SCRITTRICE

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Coat: ALBERTA FERRETTI

Shoes: MIU MIU

Bag: BENEDETTA BRUZZICHES

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