C
asa dolce casa. È lì che vorrei essere.
È questo che mi dico mentre salgo in macchina, alla fine del mio primo giorno di lavoro, che definire catastrofico è quasi un eufemismo.
Prendo il telefono e chiamo Michele.
“Tesoro! Allora com’è andata?” esordisce in tono goliardico, ignorando la mia terribile giornata.
“Un vero disastro. Il mio capo è una strega.”
“La signora Molinari? Ma non hai detto che era un tesoro?”
“Non parlo di lei, parlo di Olivia: la responsabile del reparto accessori. Credevo le servisse un braccio destro non un punching-ball…”
Michi scoppia a ridere.
“Descrivimela...