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25 Feb

Trattato di pace

enrica alessi l'amore ai tempi supplementari
     
H   o chiuso la valigia. Mi aspetta ai piedi del letto in cui Sofia sta dormendo, Olivia, invece, continua ad arrampicarsi sui pantaloni del mio pigiama per attirare attenzione. Sembra eccitata e più la guardo, più fatico a comprenderne la ragione: non può essere il nuovo look a entusiasmarla tanto. Forse sta solo cercando di dirmi che anche lei non vede l’ora di andarsene da qui. Mi volto verso lo specchio, mi guardo: vedo una donna diversa. Per l’ennesima volta ripenso alla conversazione a cui ho assistito, alla verità che ho scoperto e trovo assurdo che non sia la delusione il sentimento prevalente, ma una sorta di liberazione. In fondo, cosa mi aspettavo? Un finale alla ‘e vissero tutti felici e contenti’? Davide...
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1 Ott

Un nome può cambiarti la vita

enrica alessi romanzo l'amore ai tempi supplementari
L   a sveglia, puntata a due orari differenti, a intervalli di cinque minuti l’uno dall’altro, è al suo ultimo avvertimento: devo alzarmi dal letto subito, di corsa. La mia forza interiore riesce a convincermi, infilo le pantofole e apro la finestra: il sole pallido fa chiaramente capire che oggi sarà una giornata uggiosa e il cielo grigio fa nostalgia, nostalgia di Cortina. Mi dirigo in camera di Sofia per svegliare anche lei, Mina, invece, è già sulla strada dei miei passi. Il campanellino agganciato al suo collare è l’equivalente del ‘Salva Bimbo Beghelli’ per cani: so sempre dove si trova. Ora è di fronte a me, scodinzola, alternando il movimento delle zampe, quasi volesse saltarmi tra le braccia. E nonostante sia...
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22 Ago

Da grande, sarò come Ferragamo

enrica alessi l'amore ai tempi supplementari romanzo
S ono davanti allo specchio. Indosso un grembiulino nero con il colletto bianco, da cui scivola un nastro rosa abilmente infiocchettato dalla mamma: è così preciso da ricordarmi il papillon. I miei occhi si riflettono nello specchio, ma smettono di concentrarsi sulla figura che ho appena descritto e finiscono dritti sulla cartella, che mi aspetta ai piedi del letto. È bellissima, stampata e colorata. La chiusura è a scatto, le spalline sono imbottite: è il massimo del comfort, ma lei non basterà a farmi passare la paura del primo giorno di scuola. Il mio sguardo si sposta sulle scarpe bianche e rosa: una via di fuga. Se proprio dovesse mettersi male, con queste posso sempre scappare. E con quel pensiero confortante, metto...
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24 Lug

Missione: a cena fuori

enrica alessi scrittrice romanzo l'amore ai tempi supplementari
I   l tragitto in auto è stato interminabile. Non riesco a parlare in presenza di un tassista che ascolta i fatti miei, e con vent’anni di arretrati, è un po’ difficile capire da dove iniziare. Ma l’imbarazzo del silenzio, dettato dalle circostanze, è niente, ora che sono di fronte al ristorante che Paolo ha scelto: è la stessa baita in cui ho pranzato oggi con Michele. L’idea di sedere accanto alla famiglia rumorosa — due volte nello stesso giorno — me ne suggerisce una migliore: lasciarmi rotolare a peso morto, giù per la discesa. La salivazione è azzerata, eppure deglutisco, nella speranza che quello strano cocktail di emozioni, che quasi mi impedisce di entrare, scivoli giù per essere digerito. Guardo l’orologio: sono...
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5 Giu

“Una cosa a tre”

L'amore ai tempi supplementari romanzo a episodi Enrica Alessi
M ichele ha appena chiesto al concierge di chiamarci un taxi, e la destinazione resta ancora un mistero. Ha scelto lui la mia mise di stasera: dopo avermi detto che il mio charme è in coma, non poteva essere altrimenti. Tutto è cominciato dalla Louboutin, a cui ha aggiunto l’abito di Missoni, la borsa di Celine e la giacca di pelle che avevo alla partenza — salvata solo per il suo sapore decisamente rock. Non so cosa abbia in mente, ma non sono preoccupata. Ormai ho capito il suo gioco. Vuole farmi credere che mi presenterà qualcuno, solo per vedere la mia faccia. Un test ulteriore per valutare la mia voglia di reagire. Ma Michele ha una mente troppo brillante per rifilarmi un...
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29 Mag

Shopping a Cortina

 
L   a faccenda della valigia piena di costumi, pareo e abiti senza maniche sembra essere passata in secondo piano. Nonostante una parte di me desideri complimentarsi con il mio spirito di improvvisazione, l’altra sa bene che si tratta solo di un processo mentale involontario, con cui gestire una priorità assoluta: il chihuahua a pelo corto. È come se ogni molecola del mio essere cercasse di attirare a sé tutto il self control disponile: l’intenzione è senza dubbio quella di impedirmi di uccidere Michele. Conta fino a dieci. Conta fino a dieci. Non arrivo a cinque. “Puoi dirmi che non è vero?” chiedo speranzosa. Chiunque tradurrebbe la sua risata fragorosa — unica nel suo genere — come un ‘sì, scherzavo’, ma io so che dice...
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