To top
5 Ott

L’amore infedele…e non è il film con Richard Gere

  
C osa si sa dell’amore a diciassette anni? Quello che ci basta sapere. Niente di più. E quando quell’amore è frutto di una relazione a distanza, il sentimento si fa ancora più vissuto e sofferto. Il mio si chiamava Ettore e viveva a Cesenatico. Alto, moro, occhi scuri. I suoi amici lo chiamavano Pippen perché assomigliava al giocatore di NBA. I genitori e la sorella si erano trasferiti a Bruxelles per seguire gli impegni di lavoro del padre, lui aveva deciso di rimanere in Italia con i nonni. Ci vedevamo a weekend alterni, spostandoci con il treno, ma tra lui e me, non c’erano solo 160 chilometri di distanza, c’erano pure 40 centimetri di differenza di altezza: era un distacco notevole e non...
Continue reading
1 Ott

La sorpresa della festa

enrica alessi not for fashion victim
 
M i dirigo verso la macchina e mi sento osservata: mia madre ci sta guardando dalla finestra. Luca non si è accorto di lei, ma si accorge di me, mentre le faccio segno di scansarsi dal vetro. Sorrido nervosamente fingendo di sistemarmi la giacca, ma il suo sguardo divertito lascia intendere che abbia capito la dinamica della scena a cui ha appena assistito. Se non altro, la sua discrezione mi solleva dall’imbarazzo. Lo guardo: a volte stento a credere che abbia scelto proprio me. Ma mentre mi convinco di essere speciale e di meritarlo,  mi sovviene di aver dimenticato la Punto parcheggiata in cortile — presumibilmente a causa del colore discutibile — e i suoi sedili posteriori, su cui giace...
Continue reading
28 Set

50 Special…e non è la canzone dei ‪Lùnapop‬

enrica alessi storie di ordinaria follia
 
N egli anni Novanta, quando ero una teenager robusta — con un guardaroba discutibile — e il mono ciglio, c’erano tre cose che avrebbero tirato su di morale la mia autostima: lo zaino di Mandarina Duck, le Superga e la Vespa. Avevo i primi due, guadagnati dopo aver preso i miei per sfinimento, ma la terza, quella sarebbe stata durissima. La Vespa che desideravo — rigorosamente bianca — era a tutti gli effetti un veicolo destinato a marciare su strada, un luogo pericoloso dove la gente distratta provoca incidenti. “Non te la compro.” “Ma papà, io sono responsabile. Starò attenta, te lo prometto.” “Ho detto di no.” “Ti prego! Anche Paola ce l’ha.” “Si vede che suo padre si fida...
Continue reading
24 Set

Marta colpisce ancora

           
L a mascella e la mandibola del becco, simili alle fauci del Tyrannosaurus Rex, e il fagottino con le sembianze di una carcassa ridotta a brandelli fanno parte del passato ormai. E nella mia versione, Il brutto anatroccolo non diventa cigno, diventa cicogna. Sono bellissime, la copia esatta dell’immagine che avevo scelto: Thor è davvero il mago dell’intaglio. Abbiamo deciso come verniciarle, saranno pronte tra una settimana e faranno un figurone. Sono elettrizzata. La casa sarà pulita e profumata, il divano sarà perfettamente visibile e una musica in sottofondo nasconderà quell’odore — quasi impercettibile — di cottura in olio bollente. E convinta che la fortuna non mi abbia ancora abbandonato, decido di cavalcare l’onda e sperare che anche la festa di...
Continue reading
14 Set

Fast and Furious…e non è il film con Vin Diesel

enrica alessi storie di ordinaria follia
 
S ono anni che simulo interviste, in cuor mio ho sempre saputo che qualcuno, prima o poi, mi avrebbe fatto domande. E seppure, ogni tanto, abbia pure considerato l’ipotesi di un interrogatorio in commissariato — un giorno di ordinaria follia può capitare a tutti — la verità è che oggi sono i giornalisti a interessarsi a me. E sono certa che la prima cosa che si chiedono è: ma questa da dove arriva? Simulazione. “Chi sei? Cosa fai? Da dove vieni?” “Ciao a tutti sono Enrica Alessi, ho quarantadue anni e sono una scrittrice. Vengo da Chiozza, un paesino di campagna simile a Tara di Via col vento — Rossella O’Hara aveva Tara, io ho Chiozza. Il verde delle campagne, il profumo di erba...
Continue reading
7 Set

Qualcosa è cambiato…e non è il film con Jack Nicholson

enrica alessi storie di ordinaria follia
 
È  passato un anno da quando Zen, il mio referente di Grazia, mi ha concesso il privilegio di avere una rubrica in cui raccontare le mie storie di ordinaria follia.  E succede che — un po’ per il senso del dovere e un po’ per la dedizione nei confronti di un mestiere che amo — decido di sfruttare un pezzetto di vacanza e la stessa Saint Tropez che ha favorito il mio esordio, per scrivere il primo pezzo di stagione: cosa è cambiato da un anno a questa parte?    “Giaco...
Continue reading