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24 Nov

Paradiso e Inferno: la Nutella

enrica alessi scrittrice crem's blog

enrica alessi crem's blog scrittrice

O

ggi tiro in ballo la Nutella. Perché ieri era giovedì e a metà settimana ci sta. È il grado di forza di volontà a stabilire in quale scaffale si posiziona il vasetto del peccato. In modo inversamente proporzionale. Io sono recidiva: la nascondo in fondo, dietro la pasta integrale della Misura, nella speranza che possa diventare light per osmosi.
E quando credo di possedere una grande forza interiore, la metto in basso, vicino alle gallette di mais. Mi sento invincibile, Nutella: non ti temo!
E poi, chissà perché, arriva il momento in cui decido di darle un’occhiata, giusto per controllare che non stia contaminando le gallette, ma so di essere già caduta in trappola. Neanche la vestaglia di pile riesce a tenermi incollata al divano. Mi alzo, metto in pausa il film che sto guardando, e mi avvicino alla credenza come lo Squalo di Steven Spielberg all’isola di Amity, apro lo sportello e la pinna smette di muoversi. Fisso il vasetto dall’alto. So cosa si nasconde sotto quella botola girevole: paradiso e inferno. Lei ha già piegato la mia forza di volontà. Afferro la Nutella, apro il barattolo e ci infilo il naso, ma l’odore non basta a saziare la mia voglia. Qui ci vuole un cucchiaino, mi dico mentre raggiungo il cassetto delle posate, e lì mi accorgo che sono finiti, sono rimasti solo i cucchiai. Potrei tradurre tutto questo come un messaggio divino: “non lo fare” ma è troppo tardi per tornare indietro. E cucchiaio sia. Torno sul divano, prendo il telecomando – che questa volta non è sparito – spingo il tasto play e the show must go on… #SeMagna.
Prima una punta, poi mezzo cucchiaio, poi uno tutto intero. Lei è No Limits: uno tira l’altro. A metà vasetto comincio a sentire i primi effetti collaterali: nausea, spossatezza, movimenti tellurici provenienti dall’apparato gastrointestinale, e terribili sensi di colpa. Dio come vorrei riavvolgere il nastro, tornare indietro nel tempo, fino al momento in cui ero sul divano con la sfrontata presunzione di poterle resistere, e invece non posso far altro che guardare avanti: a domani, ai cinque chilometri di corsa, alla sessione di spinning davanti al camino accesso, alle vasche in piscina o ai burpees di punizione, e a tutto quello a cui potrò ricorrere per annullare i suoi effetti.
E dopo domani, quando riaprirò la credenza, avrò già dimenticato tutto. La guarderò con aria sognante, scrollerò le spalle, riprenderò il vasetto tra le mani e dirò: che mondo sarebbe senza Nutella?

Illustrazione: Valeria Terranova