To top
13 Apr

Eravamo quattro amiche al bar

Enrica Alessi scrittrice crem's blog

enrica alessi scrittrice crem's blog

E

ravamo quattro amiche al bar che volevano cambiare il mondo. Poi siamo cresciute, e anche se ci siamo limitate a cambiare la fetta di mondo che ci interessava, siamo ancora quattro e siamo ancora amiche: io, la Claudia, la Stephi e la Tilla. Io e la Stephi — con il ph della Philadelphia — eravamo in classe insieme alle superiori, ed è stata lei a presentarmi le altre due. Bazzicavamo nella stessa palestra in cui andavano tutti: il Master, quella in cui lo spinning era ‘la parabola della vita’, quello in cui lo spinning lo insegnavano due fichi da paura: Emilio e Andrea. Io ho sempre tifato per il primo: alto, moro, bello, abbronzato, con quell’aria da narcotrafficante che gli dava pure quel pizzico di dannazione irresistibile. Poi sono diventata anch’io un’insegnante di spinning, e poi, ho sposato Giaco, ma questo già si sa: ci ho scritto un romanzo. La Claudia è la mia migliore amica. È una First Lady e non si scompone neanche quando il Sassuolo perde in modo clamoroso. È stata lei a spronarmi a scrivere, anche se a modo suo:
“La tua punteggiatura fa schifo, soprattutto si scrive con quattro T e questo è un libro di grammatica: se vuoi fare la scrittrice, devi studiare.”
Aveva ragione. Oggi dice che ha sempre saputo che ero un diamante grezzo — anzi, forse non c’era manco il diamante, ma lei ci ha sempre creduto. La Claudia ha un viso da copertina, e un corpo formoso e sexy. È la goduria fatta persona. Se dovessi mettere in pausa su un’immagine che la rappresenta, credo che sceglierei quella in cui è seduta a tavola con i capelli legati, mentre ha di fronte un piatto di spaghetti alle arselle. Lei è l’amica che c’è sempre, se ti serve una mano, lei afferra la tua. Le sue battute sono schiette, rapide, veloci: se sei furbo le capisci, altrimenti, ti tocca chiedere spiegazioni. E a me succede spesso, ma quando le ho capite, rido per mezz’ora. La Stephi è la ragazza della porta accanto: alta quasi un metro ottanta, taglia 42, un sorriso da Julia Roberts. Una gnocca da paura. La chiamiamo Secca, un po’ per invidia perché è magra, ma con un seno discreto, e un po’ perché è l’unica a mangiare quello che vuole senza ingrassare. La Secca vede sempre il bicchiere mezzo pieno, ed è sempre lei che mette a posto le cose, quando succedono casini. E non importa dove essi si trovino, il problema va risolto. Per esempio: se sulla strada X, al chilometro Y, c’è una buca Z, che non è segnalata, lei chiama la municipale. È precisa, è metodica. Suona il pianoforte, è laureata al conservatorio, ma l’ho ascoltata una volta sola: avevo diciassette anni e mi stava dando ripetizioni di matematica. Ora potrei sdebitarmi: le organizzo un concerto al Pavarotti. Poi, c’è la Tilla. Si chiama Elisa in realtà, ma solo i suoi genitori la chiamano così. Lei assomiglia a Cameran Diaz, solo più magra. Alta, bionda, occhi chiari. #Ciao. Inizia a parlare e ti stende: è simpatica, è sensuale, è brillante. E potrei giurare davanti a una corte marziale, di non averla mai vista strafogarsi di biscotti — neanche in quei giorni. Proprio non si capisce come sia possibile. Tutte si sfondano prima o poi. Lei no. Poi ci sono io. Quella che sta salendo sul pulmino in questo momento. Il pulmino che ci accompagnerà all’aeroporto. Salgo e vedo la Claudia bendata. Tra un mese si sposa e questo è il suo addio al nubilato. Ancora non sa dove la stiamo portando.

Continua…

Illustrazione: Valeria Terranova