N
ew York non è proprio dietro l’angolo. Come prima trasferta avevo immaginato qualcosa di più limitrofo, ma riuscirò a gestire tutto.
Forse. Più o meno.
Dopo queste considerazioni, ho pensato al tappeto. Arrotolato, fissato con lo scotch, caricato sulle spalle e gettato con disprezzo nel bagagliaio dell’auto. Se invece di consegnarlo in lavanderia, avessi optato per la discarica, avrei dato l’idea della moglie che cerca di sbarazzarsi del cadavere del marito: è stato eccitante.
E dopo il tappeto, è arrivato tutto il resto.
“Ciao Michi.”
“Sei strana: sputa il rospo.”
Così? Subito?
Allontano il telefono dall’orecchio e lo guardo con occhi sbarrati: come fa a saperlo? Mica può vedermi.
“Ti ricordi l’abito di Givenchy? Quello che avevi suggerito per la mia seconda uscita con Paolo?”
“Sì...